Una terra che è solo visione
€ 12,00 | ISBN: 978-88-99-573-03-4
Dalla mappatura del lessico dell'Usignolo della chiesa cattolica, delle Ceneri di Gramsci e della Religione del mio tempo emerge con evidenza una significativa attenzione da parte del poeta ai fatti visuali, alle loro declinazioni cromatiche e luminose, alle differenti implicazioni con le arti, come la pittura e il cinema. Le tre raccolte, pubblicate a distanza di pochi anni l’una dall’altra, circoscrivono una stagione della poesia pasoliniana compatta e omogenea, all’interno della quale la riflessione sul sacro si intreccia all’appassionata e inesausta ricerca della «lingua scritta della realtà». Questo studio attraverso un’analisi attenta ai fenomeni lessicali e semantici, alle retoriche ecfrastiche e visuali, come pure alla ricostruzione dell’evoluzione stilistica e ideologica dell’opera di Pasolini, traccia le coordinate della breve ma intensa epoca della ‘poesia della pittura e del cinema’, che anticipa di poco la grande stagione del «cinema di poesia».
Maria Rizzarelli insegna letteratura contemporanea presso l’Università di Catania. Si è occupata di vari autori del Novecento (Ginzburg, Pasolini, Vittorini, Sciascia, Calvino, Consolo, Bufalino, Buzzati e Morante) con particolare attenzione alle ibridazioni tra generi e linguaggi diversi. Ha curato la ristampa dell’edizione illustrata di Conversazione in Sicilia con le fotografie di Luigi Crocenzi (Rizzoli, 2007). Tra le sue pubblicazioni: Gli arabeschi della memoria. Grandi virtù e piccole querelle nei Saggi di Natalia Ginzburg (CUECM, 2004); Sguardi dall’opaco. Saggi su Calvino e la visibilità (Bonanno, 2008); Sorpreso a pensare per immagini. Sciascia e le arti visive (ETS, 2013).